lunedì 16 luglio 2007

La donna che lavora.


Leggo su LaRepubblica :
"L'Italia un paese di veline, le donne sono solo oggetti".

Secondo Adrian Michael, corrispondente a Milano del Financial Times
"la presenza di donne in politica, nella pubbica amministrazione e ai vertici del business è più bassa che in Italia soltanto a Cipro, in Egitto e in Corea del Sud".

E' triste,
ma vero.


"(..)potrebbe esserci un legame fra l'onnipresenza di maggiorate in abiti discinti sui nostri mezzi di comunicazione e la scarsità di donne ai vertici della politica, del business, delle professioni in Italia"

????

Il signor Michael si dice "stupefatto dal modo in cui televisione e pubblicità dipingono le donne; e ancora più sorpreso dal fatto che apparentemente nessuno protesta o ci trova qualcosa di male".

Immagino si aspetti, quindi,
che nessuna protesti
sentendosi chiamare "maggiorata in abiti discinti".
Nemmeno la pompinara di sua madre.

"Come esempi del fenomeno, oltre al cartellone della Canalis per la Telecom, cita le vallette del gioco a quiz di Rai Uno L'eredità, la pubblicità dei videofonini della 3, le vallette di Striscia la notizia, l'abbigliamento della presentatrice sportiva Ilaria D'Amico di Sky Italia".

Ora, io mi chiedo:
Che cazzo c'entrano l'abbigliamento della D'Amico,
i culi delle Veline, le tette della Canalis
con la mancanza di accesso per le donne
ad alti inacarichi politici??

Volete farci credere che se la Canalis
si mettesse un vestito a collo alto
e lungo fino alle caviglie
sarebbe eletta Presidente del Consiglio?

"Non esiste più il femminismo" dice Emma Bonino.

Certo che no, se contunuiamo ad accettare che
il problema per "la donna che lavora"
siano "(...)gli orari dei negozi ("impossibile fare la spesa il lunedì mattina, il giovedì pomeriggio, la sera e la domenica")".


Scusa Adrian,ma..

per l'uomo che lavora
i supermercati hanno orari diversi???

lunedì 9 luglio 2007

Incredibbbile!

Sabato mattina.
Provo a ritirare dei soldi con la mia nuova "libreta".
Lo posso fare, finalmente.
In fianco a me due italiani
si lamentano delle istruzioni in catalano
della macchina infernale,
escono e la macchina infernale comincia a suonare,
biip, biip, biiiip.
All'inizio penso che il suono provenga direttamente dal mio cervello,
encefalogramma piano,
è un classico del sabato mattina.

Poi, infastidita, sbircio lo schermo del "puto" bancomat:
e lì, fanno capolino dalla bocca inferiore della cassa
diverse banconote di colore.
Senza pensarci due volte
ritiro quei foglietti,
la macchina smette di suonare
ed esco a cercare i ragazzi che stanno per salire su un taxi.
Mi trema la mano quando il tipo mi ringrazia,
è un classico del sabato mattina.
Allo stesso tempo penso:
"sei una cogliona, con quei soldi potevi almeno rifarti i documenti
che ti hanno rubato, colliona!"

Lunedi mattina.
Mi sveglia la postina.
Sembra esserci posta per me.

Penso subito ad una multa, una querela,
o ad un embargo del mio piccolo conto corrente.
E' una lettera certificata,
un pacchetto,
una bustona di quelle con le bollicine.
Il ladro di borse ha deciso di restituirmi
tutti i documenti!!

Dio non esiste,
i miracoli li fanno
Le Postine!

domenica 1 luglio 2007

***###*!!!##**!!%!

Ho sempre pensato che è inutile lamentarsi.
Ci sono problemi che hanno soluzione,
e quindi perchè lamentarsi,
e altri che non hanno soluzione
e quindi perchè lamentarsi.
Ciò non toglie che ci si possa incazzare,
bestemmiare,
ubriacare,
camminare senza meta parlando da sole,
limonare con il primo che capita,
ridere per niente,
agire per risolvere quello che si può risolvere
e ricominciare dall'inizio.

Ora,
credo di aver scoperto che a tutto questo c'è un limite
oltre il quale una si può considerare Sfigata,
o vittima di Makumba, Voodoo e Stregoneria.

Ma come dice la saggia Dani
"Non è importante quello che ti dicono
o ti succede,
ma ciò che questo ti provoca dentro".

E a me cosa provoca che mi rubino la borsa?
Ulteriore povertà e consapevolezza,
frustrazione dettata da impotenza,
e voglia di piangere.
Ecco.
L'ho già detto che ho bisogno di riposo?